In fase di realizzazione tre nuovi impianti su altrettanti bacini. Il primo nello specchio d’acqua realizzato lungo via Canale, poco dopo l’ex Molino Paroli, un secondo nei pressi di Pieve Sant’Andrea e l’ultimo nel comune di Casalfiumanese.
IMOLA, 21 dicembre 2022. “Pensare globalmente agire localmente” è stata diversi anni fa la parola d’ordine di Legambiente, una delle più importanti associazioni ambientaliste italiane. Uno slogan che oggi si può abbinare benissimo alla strategia messa in campo da Bryo sulle energie alternative e rinnovabili.
Non a caso la realizzazione di tre impianti fotovoltaici galleggianti su altrettanti bacini nel territorio dell’areale del Santerno, è solo il primo passo di un progetto che prevede la sua diffusione su altre aree regionali, ma che non esclude la possibilità di operare anche a livello nazionale.
“In questo momento tutto ciò che è legato alla produzione e al consumo di energia è estremamente interessante per il mondo delle imprese e per tutti i cittadini anche perché le nuove norme introducono la possibilità di risparmi importanti. La situazione odierna ci porta a rivalutare le fonti energetiche rinnovabili, in particolare il fotovoltaico in modalità autoconsumo, che permette di ottenere dei prezzi dell’energia assolutamente concorrenziali rispetto ai costi odierni”, afferma Davide Gavanelli, Ceo di Bryo.
I tre impianti nel circondario imolese
Bryo opera in stretto collegamento con Protesa, azienda che fin dalla sua nascita si occupa di servizi innovativi, in particolare della produzione di energia e di efficientamento energetico, attraverso progetti che permettono alle aziende il contenimento dei consumi e dei costi energetici.
“Nel 2010 assieme a Bryo abbiamo realizzato il primo impianto galleggiante in un bacino sorto su una cava dismessa del comune di Mordano – ha spiegato l’Ing. Marco Bertuzzi di Protesa SpA -. Un impianto che ci ha dato molta soddisfazione e che ci ha permesso di fare molta esperienza sui sistemi dinamici collocati sull’acqua, estremamente diversi da quelli fissi a terra. Ciò ci ha spinto a sviluppare questa tecnologia, ed ora stiamo implementando questo impianto con altri 4,5 Megawatt, progetto in fase di autorizzazione, e uno nuovo sorgerà nel territorio di Castel San Pietro Terme. Si tratta di interventi ambientalmente compatibili, infatti non vi è occupazione di suolo agricolo, il raffrescamento avviene grazie all’acqua del bacino, abbiamo una diminuzione dell’evaporazione dell’acqua del bacino, inoltre un loro minore sovra-riscaldamento. Il nostro standard sono le ex cave, gli invasi e i bacini irrigui”.

Ed ora, sempre con il supporto tecnico di Protesa, verranno realizzati questi tre impianti che produrranno energia pulita per alimentare le pompe di sollevamento collocate negli invasi. Il dimensionamento dell’impianto fotovoltaico è stato fatto tenendo conto dei consumi del sistema di sollevamento idrico, al fine di massimizzare l’autoconsumo energetico.
I bacini oggetto dell’intervento sono gestiti attraverso tre consorzi di scopo che raggruppano complessivamente oltre 100 imprese agricole. Quelli che sorgeranno sono impianti galleggianti con la possibilità di successiva espansione. L’obiettivo è di giungere all’avvio verso aprile 2023.
Lo stato dei lavori
“Il progetto è stato avviato a febbraio 2022 assieme alla Bonifica della Romagna Occidentale, sulla scia di quelli realizzati da un paio di anni su sei bacini nell’areale compreso tra i fiumi Santerno, Senio e Lamone, con l’obiettivo di rendere il più possibile energeticamente indipendenti le aziende agricole che fanno parte dei Consorzi di scopo creati appositamente – spiega Gavanelli -. In pratica con i pannelli fotovoltaici galleggianti si produce l’energia che poi sarà utilizzata in autoconsumo per alimentare le pompe di movimentazione delle acque per l’irrigazione. Si tratta di pannelli di nuova generazione prodotti da un’azienda imolese specializzata nel settore, la NRG Energia”.
Definiti gli accordi e messo a punto i progetti, ora si passa alla fase di installazione con l’obiettivo di metterli in funzione ad aprile 2023, “giusto in tempo per supportare il consumo energetico delle pompe irrigue quando entreranno nel vivo i prelievi di acqua a scopo irriguo”.
I vantaggi economici
Gli impianti realizzati nel territorio faentino hanno permesso un abbattimento dei consumi elettrici di circa il 50%. Ed è questo l’obiettivo minimo che si è posto Bryo. “Parliamo di impianti di piccole dimensioni, con una produzione minimale rispetto alla potenzialità dei bacini, tuttavia importante per la tipologia di pompe di movimentazione oggi utilizzate – aggiunge Gavanelli -. La vecchia saggia regola che 1 euro risparmiato è 1 euro guadagnato, oggi potrebbe essere rivista nel senso che 1 euro investito in una soluzione tecnologica all’avanguardia ci può garantire dei risparmi notevoli. Un peccato che non si sia cominciato anni fa, oggi molte realtà produttive, avrebbero meno problemi relativi ai costi energetici. Un esempio per dire che ora è importante accelerare su questo fronte perché siamo ancora in tempo per farlo”.

Verso le comunità energetiche
L’idea che sta alla base di tutti questi progetti è quella della comunità energetiche. “Un consorzio irriguo è già una comunità energetica naturale che associa diverse imprese che hanno le stesse caratteristiche. Parliamo di 30 punti di connessione distinti, tutti nello stesso comune e tutti agricoltori che hanno bisogno, chi più chi meno, di energia per fare arrivare l’acqua nei loro campi – spiega Gavanelli -. Se si entra nella logica del meccanismo della comunità energetica, il naturale sviluppo di questi consorzi sarà quello di costituire una cooperativa di condivisione dell’energia, che avrà come primo punto di riferimento il fotovoltaico che è stato realizzato sul loro bacino”.

L’esempio dei bacini imolesi
“Oggi per il bacino di via Canale, che occupa circa 2 ettari di superficie acqua, installeremo dei pannelli che andranno ad occupare un ventesimo della superficie utile, quindi è chiaro la potenzialità che può avere un invaso come quello. Non a caso l’obiettivo che ci poniamo è di arrivare quanto prima a una produzione di almeno 1 MWp, a maggior ragione se si va verso lo sviluppo di una comunità energetica. Ora è nell’interesse di tutti partire quanto prima, ma quando a giugno 2023 arriveranno le prime bollette e sarà chiaro a tutti il risparmio realizzato, vi sarà uno stimolo per sviluppare questo progetto”.
Gli sviluppi futuri
La strada intrapresa fa parte di una visione lungimirante. Nel breve periodo l’obiettivo “è di allargare la nostra azione verso est, sempre nei territori della Bonifica della Romagna Occidentale, ma nello stesso tempo guardare anche verso Castel San Pietro Terme e Bologna dove abbiamo colto un interesse della Bonifica Renana per replicare queste esperienze”.
Guardando in prospettiva “vogliamo creare un modello replicabile a livello nazionale – conclude Gavanelli -. Esiste già un interesse a sviluppare su altri territori questo progetto, tenendo conto della quantità importante di invasi che esistono in ogni angolo dell’Italia e che per ciascuno vi è un consumo rilevante di energia per attingere l’acqua, soprattutto nel periodo che va da aprile ad ottobre. Installare impianti fotovoltaici sarebbe una soluzione ottimale per la riduzione dei costi proprio nel periodo estivo dove vi è più bisogno di energia elettrica, ma vi è anche maggiore produzione. Se poi aggiungiamo la possibilità di accumulare questa energia con delle batterie, per poi usarla quando più ve n’è bisogno, allora si aprono scenari davvero interessanti”.
